The prince (Italian Edition) by Kiera Cass

The prince (Italian Edition) by Kiera Cass

autore:Kiera Cass [Kiera Cass]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-01-26T23:00:00+00:00


Capitolo 6

SOLLEVAI la cravatta azzurra. No. Quella marroncina? Neanche. Avrei avuto tante difficoltà a

vestirmi tutti i giorni?

Volevo fare una buona prima impressione su quelle ragazze – e una buona seconda

impressione su una di loro – e a quanto pareva ero convinto che dipendesse tutto dalla scelta

della cravatta. Sospirai. Quelle ragazze mi stavano già trasformando in un idiota.

Cercai di seguire il consiglio di mia madre e di essere me stesso, con i miei difetti e tutto il

resto. Tornai alla prima cravatta che avevo scelto, finii di vestirmi e mi sistemai i capelli.

Uscii dalla stanza e trovai i miei genitori che bisbigliavano fra loro in cima allo scalone. Per un

attimo pensai di fare il giro e prendere la scala posteriore per non interromperli, ma la mamma

mi chiamò con un gesto.

Quando li raggiunsi, lei incominciò a tirarmi le maniche, poi passò ad aggiustarmi la giacca.

«Ricordati che loro sono un fascio di nervi e la cosa giusta da fare ora è metterle a loro agio»,

mi disse.

«Comportati da principe», insistette papà. «Ricorda chi sei.»

«Non c’è nessuna fretta di prendere una decisione.» La mamma diede una sistematina alla

cravatta. «Questa è carina.»

«Però non tenerne intorno nessuna se sei certo di non volerle. Prima arriviamo alle candidate

vere, meglio è.»

«Sii educato.»

«Sii sicuro di te.»

«Parla.»

Papà sospirò. «Guarda che questo non è un gioco. Ricordatelo.»

La mamma mi scostò per guardarmi meglio. «Sarai fantastico.» Mi strinse in un forte

abbraccio e poi si allontanò per rimettere tutto a posto.

«D’accordo, figliolo. Andiamo», disse papà indicando le scale.

«Aspetteremo in sala da pranzo.»

Mi sentivo un po’ stordito. «Uhm... sì, grazie.»

Mi fermai un attimo per riprendere fiato. Sapevo che cercavano di aiutarmi, ma erano solo

riusciti a spazzare via la poca calma che ero riuscito a racimolare. Mi ricordai che quello di quel

giorno sarebbe stato solo un saluto, che le ragazze speravano che la cosa funzionasse tanto

quanto lo volevo io.

E poi mi ricordai che avrei parlato nuovamente con America. Come minimo sarebbe stato

divertente. Con quel pensiero in mente, scesi fino al pianterreno e arrivai nel salone delle feste.

Feci un gran respiro e bussai alla porta prima di aprirla.

E là, oltre le guardie, mi aspettava la collezione di ragazze. Ci furono flash di macchine

fotografiche che catturarono la loro reazione e la mia. Sorrisi ai loro volti speranzosi,

sentendomi più calmo proprio perché le trovai tutte così felici di trovarmi lì.

«Altezza.» Mi voltai e vidi Silvia rialzarsi dalla sua riverenza. Avevo quasi dimenticato che ci

sarebbe stata anche lei, per istruirle nel protocollo come aveva fatto con me quando ero più

giovane.

«Buongiorno, Silvia. Se non le spiace, vorrei presentarmi a queste giovani donne.»

«Ma certo», rispose lei con il respiro un po’ affrettato prima di fare un nuovo inchino. Sapeva

essere così drammatica, alle volte.

Scorsi quel mare di volti in cerca dei capelli fiammeggianti. Impiegai un momento, perché ero

un po’ distratto dal luccichio a quasi ogni polso, orecchio e collo nella stanza. E finalmente la

trovai, qualche fila sul fondo, a guardarmi con un’espressione diversa da quella delle altre.

Sorrisi, ma invece di rispondermi con un sorriso, mi parve un po’ perplessa.

«Signorine», iniziai, «se non vi dispiace, vi chiamerò una alla volta per una chiacchierata.



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